giovedì 31 gennaio 2008

Forma e sostanza










Fase prima.
Passati i giorni su carta,finalmente Vanvera ha un corpo e ha una sostanza.
Un'anima in gommapiuma e una scorza di velluto;
una forma semplice e un po' imperfetta;
un colore che non è ancora il "suo";
una "casa" un po' stretta;
l'autodeterminazione del prototipo in fase evolutiva!

sketching...















Fase zero.
Foglio, matita, gomma...
Vanvera inizia a prendere forma e forme.

Rosa è Vanvera.
Neutro è Vanvera.
Less is more is Vanvera.
Impulso è Vanvera.
No limits è Vanvera.
Illustrazione è Vanvera.
Ricciolo è Vanvera.
Giotto Turbocolor è Vanvera.

Vanvera ha un sacco di cose da dire.

giovedì 24 gennaio 2008

E tu cosa diresti se potessi parlare a VanVera?

vànvera ['vanvera]
s.f. [solo nella locuzione "a vanvera"] senza riflettere, a casaccio
[Dal dizionario della lingua italiana]



Il detto di Parlare a Vanvera avrebbe avuto origine dalla storia di una bambina che si chiamava Vera Van. Le piaceva ascoltare tutto; a cinque anni chiese di andare a scuola per ascoltare le lezioni.
La maestra le disse che si sarebbe annoiata ma Vera scosse la testa e fu iscritta. Quando la maestra faceva l'appello chiamava: - Van Vera - e non Vera Van. A Vera piacque molto essere chiamata cosi'.
Van Vera crebbe e ando' a lavorare presso il Telefono Amico prima, poi divenne Uditrice Giudiziaria. Divento' vecchia e sorda. I nipoti e i pronipoti che fino a quel momento le avevano raccontato i loro problemi decisero di ricambiarle il favore. A turno tutti i pomeriggi andavano a trovarla e le raccontavano storie e discorsi senza senso. Da allora quando si parla dicendo cose senza senso si dice: "Parlare a Vanvera".
[Dal libro Bianca Pitzorno, Parlare a Vanvera, Mondadori 2000]